Il delitto di Via Levanna è uno dei crimini più inquietanti avvenuti a Roma nella seconda metà del Novecento. Un ragazzino di dodici anni viene attinto, mentre indossa ancora il pigiama, da uno sconosciuto, entrato in casa con l'inganno. La madre e la sorella non assistono alla scena ma ne odono le grida strazianti. Così come è apparso, il ragazzo pallido - perché l'assassino è un giovane tra diciotto e venti anni dall'aspetto cereo - svanisce nel nulla. Se non si trattasse di un evento reale sembrerebbe la trama di un romanzo horror: c'è un killer sconosciuto, dall'aspetto
cadaverico, che uccide senza movente; c'è una vittima ignara ed innocente; ci sono le inquietanti atmosfere dell'inaspettato e dell'impensato; c'è
una Roma, città splendida e infame, dove l'infranto regge le fondamenta dei palazzi e dove anche l'assurdo diventa possibile. Igor Patruno ricostruisce, avvalendosi delle carte dell'indagine condotta nel 1987 dalla squadra mobile di Roma, tutti gli aspetti sinora inediti della vicenda. L'autore non si è limitato a raccontare i fatti così come emergono dalle carte, ma ha anche condotto un'inchiesta ai limiti dell'impossibile, individuando chi e perché potrebbe aver ucciso Cristiano.