Nora è una giovane musicista inquieta, erede di una memoria che non ha vissuto ma che la abita. Leone, psichiatra ebreo di mezza età, conosce il peso della Storia: la Shoah come ferita rimossa e l'angoscia di un presente in cui il conflitto in Medio Oriente sembra lacerare ancora una volta l'identità ebraica. Il loro incontro dà vita a dialoghi serrati e a silenzi sospesi, colmi di una tensione sottile che sfiora l'intimità e dona nuovo
calore all'inquietudine di entrambi. A Roma, tra i vicoli del quartiere ebraico, ciascuno si rispecchia e si misura attraverso l'altro.
"Speranza" si rivela così un romanzo in grado di intrecciare intimità e politica, desiderio e memoria, in un confronto generazionale profondo e intenso.